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Try Anything Once: Un Omaggio a Storm Thorgerson e Alan Parsons

Il mio ultimo lavoro, Try Anything Once, prende il titolo dall’album del 1993 degli Alan Parsons, un periodo di rottura e rinascita per la band che segnò la fine del *The Alan Parsons Project* e l’inizio di una nuova fase. Questa serie di scatti è un omaggio tanto a Parsons quanto a Storm Thorgerson, il genio visionario che progettò la copertina dell’album. La mia opera si ispira alla sua capacità di creare immagini surreali e profondamente concettuali, in grado di fondere arte grafica e fotografia con significati complessi. Ogni scatto nella mia serie è intitolato con il nome di una traccia dell’album, traslando la musica e l’immaginario visivo in una narrazione fotografica.

The Three Of Me

In questo scatto, ho voluto esplorare la frammentazione dell’identità artistica. Un violinista è ritratto appeso a testa in giù, mentre suona il suo strumento in un contesto onirico e sospeso nel tempo. Il titolo, *The Three Of Me*, fa riferimento alle molteplici personalità che un artista può manifestare nel suo processo creativo: l’interprete, il creatore e il critico. Queste tre figure, che vivono dentro un’unica mente, a volte sembrano fondersi, a volte combattono per il controllo. La posa innaturale del violinista, intrappolato in una sorta di sogno distorto, simboleggia l’eterna lotta tra il sé consapevole e le sue manifestazioni artistiche, dove l’artista è prigioniero di un mondo interiore che non smette mai di evolversi.

Escape from the Dream

Qui il violinista, ancora intrappolato nel sogno, cerca disperatamente una via d’uscita. L’elemento concettuale di questo scatto risiede nella sua capacità di rappresentare la lotta interna tra il conscio e il subconscio. Suonare diventa un tentativo di ritrovare la propria strada in un mondo onirico che, benché affascinante, disorienta. Il violino, metafora dell’anima dell’artista, continua a suonare, guidando il protagonista attraverso un labirinto simbolico fatto di desideri, paure e memorie. Qui il concetto chiave è il sogno che diventa prigione: una dimensione parallela dalla quale il violinista non riesce a risvegliarsi, condannato a cercare, ma mai trovare, la via di fuga.

Back Against The Wall

Nel terzo scatto della serie, il violinista si sveglia finalmente dal suo sogno, ma la realtà che lo attende è ancora più opprimente. Di fronte a lui si erge un muro imponente, metafora dei problemi quotidiani, delle sfide e degli ostacoli che tutti noi dobbiamo affrontare. Tuttavia, c’è una svolta: l’artista ha un asso nella manica. Nonostante il muro, continua a suonare, ignorando le limitazioni imposte dal mondo esterno.

In questa scena, il violino diventa simbolo di resistenza e libertà creativa, una forza che trascende le difficoltà della vita. Il concetto che emerge è che l’arte, per quanto minacciata dalle sfide quotidiane, possiede un potere intrinseco che permette all’artista di superare qualsiasi ostacolo, proseguendo il suo viaggio con determinazione e grazia.

Try Anything Once è un viaggio attraverso la dimensione interiore dell’artista, un omaggio alla visione surreale di Storm Thorgerson e alla musica evocativa di Alan Parsons.

Ogni scatto rappresenta una tappa di questo viaggio, dall’introspezione alla lotta per la libertà, dalla prigionia dei sogni alla sfida della realtà. In queste immagini, il violinista diventa una figura simbolica, che rappresenta ognuno di noi nel suo tentativo di conciliare le molteplici identità e affrontare il mondo con il potere trasformativo dell’arte.

Ringraziamenti:

Un ringraziamento speciale va al mio caro amico Gianluca D’Aniello, sempre pronto ad accogliere le mie follie fotografiche con entusiasmo e talento. Le sue doti da arrampicatore seriale, insieme alla sua straordinaria capacità di recitare come modello e attore scenico, hanno permesso di dare vita con maestia al personaggio che avevo immaginato.

Grazie di cuore, Gianluca, per la tua dedizione e il tuo spirito sempre collaborativo.

Un grosso ringraziamento va anche al mio grandissimo amico Francesco Dilettis, che ha dato un contributo fondamentale nell’allestimento dei set e non solo. La sua capacità di trovare una soluzione a ogni problema è stata determinante per il successo di questo progetto.

Infine, tutto questo non sarebbe stato possibile senza la location incredibile di Monteruga, un luogo tanto bello quanto sfortunato, che ha offerto il perfetto scenario per il nostro lavoro.

Ahhh Grazie anche ad Amazon… un giorno vi spiegherò il perché 😆

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